Santuario della Madonna Addolorata a Rifiano
Il Santuario - Un gioiello storico-artistico
Rifiano, situato al centro della zona del Burgraviato, è tra i più antichi e noti luoghi di pellegrinaggio dell’Alto Adige. Quattro lettere indultive risalenti al 1310 ne sono la prima prova documentata. Pertanto nel 2010 Rifiano ha potuto celebrare il giubileo dei primi 700 anni come mèta di pellegrinaggi religiosi. La leggenda inerente la fondazione del Santuario narra di un contadino che soleva vedere di notte un raggio di luce sul letto del fiume Passirio. Avvicinatosi a quell’inspiegabile apparizione costui aveva trovato, tra la sabbia e i sassi trasportati dalla corrente, l’immagine miracolosa della Madonna Addolorata di Rifiano. Gli abitanti avevano così deciso di erigere un’apposita cappella degna dell’ immagine sacra della Madre di Dio ed avevano scelto uno spazio al centro del paese. Ma i lavori stentavano a procedere: uno dopo l’altro gli operai si erano infortunati e quanto costruito di giorno, crollava poi di notte. Infine erano giunte alcune rondini che avevano trasportato sulla collina vicina i trucioli di legno schizzati del sangue degli operai caduti. In ciò si era riconosciuto un segno della Madonna e la cappella venne così eretta sul luogo indicato. La zona d’ingresso composta da canonica, casa del sagrestano e abitazione dell’organista forma un affascinante complesso d’insieme degno di essere tutelato. Si presume che la costruzione del massiccio campanile fu iniziata contemporaneamente a quella della prima chiesa gotica. Fino a metà della propria altezza il campanile consiste in blocchi di granito. Il resto della costruzione consta però solo di semplice muratura e venne portato a compimento nella forma attuale, solamente nel 1767. Con i suoi 37 metri d’altezza la torre campanaria è emblema di Rifiano. Essa figura anche sullo stemma del Comune. La storia architettonica della chiesa ha inizio con una costruzione romanica del XII° secolo cui, nel 1368, fu aggiunto un corpo gotico il cui ulteriore ampliamento venne consacrato nel 1465. Il flusso dei pellegrini rese necessaria nel tardo XVII° secolo una sostanziale ristrutturazione. Il noto architetto Francesco Delai seppe egregiamente trasformare in stile barocco l’antica struttura gotica. A metà del XVIII° secolo si passò poi al sontuoso arredo interno. Il risultato è una tra le più belle e meglio riuscite chiese barocche della regione. Sopra il portale della facciata principale, nella nicchia centrale dell’arco a tutto sesto, un angelo con la scritta “Oh Madre dei poveri, rivolgi a noi i Tuoi occhi misericordiosi” accoglie il visitatore indicando così trattarsi di un Santuario mariano. La figura di Giovanni Battista, nella nicchia di sinistra, ricorda la precedente appartenenza di questa chiesa alla protoparrocchia del paese di Tirolo mentre il San Nicolò nella nicchia di destra fa riferimento alla parrocchia di Merano sottoposta anch’essa un tempo a quella di Tirolo. All’interno della chiesa lo sguardo è catturato subitamente dal fastoso altare maggiore la cui struttura lignea ad arco di trionfo, trattata a gesso, è magnificamente marmorizzata. L’altare è luogo degno e deputato ad accogliere l’immagine sacra della Madonna Addolorata, lavoro di pregiata fattura risalente al 1415 circa. Sette putti posti a cornice recano cartigli indicanti i sette dolori di Maria. Le quattro imponenti statue laterali, opera dello scultore Balthasar Horer, hanno ciascuna un proprio personale riferimento all’Addolorata: il vecchio Simeone (alla destra), il profeta Isaia (alla sinistra), Giovanni Evangelista (posto davanti a sinistra) e Maria Maddalena (collocata davanti a destra). Il fonte battesimale in marmo bianco, risalente al 1380-1400, è considerato uno tra i più interessanti e ricchi di decorazioni simboliche di tutto il Tirolo. Le immagini ivi scolpite narrano della redenzione tramite il bagno purificatore del battesimo. La rappresentazione della croce sul pilastro di sinistra risale al 1633 ca. ed è pregevole opera del noto scultore nordtirolese Hans Patsch. Mostra Gesù crocifisso ed ai suoi piedi, sotto la croce, la Madonna Addolorata, il cuore trafitto da una spada. Da non trascurare il pulpito, opera della scuola scultorea della Val Passiria. Ne decorano il soffitto un grande stemma dei signori di Stachelburg nonché i simboli dei quattro Evangelisti sovrastati dalla figura dell’Agnello di Dio sul libro del Sigillo. Altare laterale sinistro (“Altare di Ognissanti”): la pala dell’altare, opera di Joseph Wengenmayr, onora Maria in quanto regina del SS. Rosario. La figura è contornata da numerosi santi. Altare laterale destro (“Altare dell’Immacolata”): la pala d’altare, opera di Matthias Pussjäger, mostra Maria Immacolata in piedi sul globo terrestre mentre sconfigge il male rappresentato dal serpente e dal drago infernale. Quattro angeli recano simboli mariani: la torre (fermezza), lo specchio (giustizia), la stella (segnavia all’incontro con Dio) e il giglio (purezza). Nell’affresco del soffitto il pittore Josef Strickner (Innsbruck, 1777) sottolinea l’Assunzione al cielo di Maria. Accolta anima e corpo nell’alto dei cieli ella viene a costruire un ponte tra cielo e terra. Nei pennacchi troviamo raffigurati i quattro Evangelisti. Dipinti anch’essi originariamente dallo Strickner che qui utilizzò esclusivamente toni grigi su grigio, furono poi ripassati a colore solo nel 1897-98 da Hans Rabensteiner, un artista di Villandro. Sulle pareti laterali sempre lo stesso Hans Rabensteiner rappresentò nel 1897 due scene tratte dalla vita della Madonna. Sulla parete di destra vediamo la nascita di Maria mentre su quella di sinistra il suo transito. La “Madonna del cuscino”: Questa Madonna con Bambino assisa in trono su un cuscino, venne intagliata intorno al 1500. Nella precedente chiesa gotica era collocata sull’altare maggiore. Restaurata durante l’anno giubilare 2010, la statua è stata posta accanto all’altare laterale di sinistra. Sulla parete laterale di destra: pietra tombale di Beatus a Porta, vescovo di Coira, località da cui fu scacciato durante i tumulti seguiti alla Riforma. Divenuto parroco del paese di Tirolo, morì nel 1590 e venne sepolto qui. La vetrata del matroneo risale al 1932 ed è opera giovanile di Hans Prünster, artista nativo di Rifiano. Rappresenta Santa Cecilia circondata da angeli suonatori. Merita una visita anche la Cappella del cimitero. In essa era collocata originariamente l’immagine sacra dell’Addolorata. Custodisce affreschi di alto valore storico-artistico che preludono alla pittura murale del gotico internazionale. Nel 1415 il maestro Venceslao affrescò la cappella rappresentandovi scene tratte dal Nuovo e dall’Antico Testamento come ad esempio la caduta della manna dal cielo e Cristo che porta la croce. L’artista immortalò poi se stesso in un cartiglio. Testo: Josef Pircher (Traduzione dal tedesco di Lilia Ripamonti) |
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